Centro di Studio sul Folklore Piceno
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ORTEZZANO 
Posto su di un piccolo altipiano alla sommità di un colle che si affaccia sulla ricca Valdaso, che con il suo affluente Indaco ne delimita il territorio, Ortezzano presenta tracce di un antico insediamento. I ritrovamenti archeologici dimostrano una presenza romana, i cui resti affiorano in contrada Cisterna, Prato e S. Massimo, sede anche di un insediamento monastico, dove nel 1877 fu ritrovato un mosaico policromo di vaste dimensioni con raffigurazioni delle quattro stagioni, oggi disperso. Sulle origini del nome si fanno varie ipotesi, tra l'altro che possa trattarsi della città di Urticinum citata da Plinio nella Naturalis Historia, distrutta dai romani nel III sec a.C..
Dal IX al XIII sec. fa parte del dominio francese, e viene dotato di fortificazioni, poi entra nella giurisdizione di
Fermo; negli Statuti delle città viene citato come castello minore. L'abitato è diviso in due nuclei principali, uno sorto sul lato ovest dove erra il più antico castello feudale e l'altro intorno all chiesa di S. Girolamo, una zona che venne fortificata nel XIV sec.; la parte meglio conservata del paese, con case medievali, tratti di mura e la gotica Porta da Sole. Vi si trova anche l'alta torre a pianta pentagonale con merli ghibellini, divenuta simbolo cittadino e riconoscibile anche da lontano.
Sullo stesso slargo la chiesa del Carmine, realizzata nel 1725 dalla famiglia Papetti, con facciata a doppio ordine, è un interessante esempio di architettura locale che reinterpreta in maniera originale la lezione dello stile
barocco, dalle linee curve, unendola a quella più lineare dello stile neoclassico. All'interno una Madonna del carmine di scuola marattesca; il campanile è stato aggiunto nel 1874.
Nel centro del paese, in una piazzetta vicino all'attuale sede del comune, si osserva la chiesa di S. Maria del Soccorso, che è stata costruita in sostituzione della scomparsa chiesa foranea di S. Maria delle Grazie. A quell'epoca risale l'affresco quattrocentesco con la Madonna, staccato e collocato in una cappella laterale.
Dei primi anni del cinquecento è invece il dipinto con Madonna in trono con il Bambino, tra i santi Girolami, Sebastiano, Francesco e Agostino. Si tratta, secondo la critica, della prima opera eseguita da Vincenzo Pagani, ancora sotto l'influsso della scuola crivellesca. Sono presenti alcuni elementi decorativi che costituiscono quasi una
sigla autografa del pittore e che si ritrovano anche in altre sue opere: la rappresentazione della candela, delle ciliegie e anche il motivo romboidale del trono. La chiesa attuale è stata ristrutturata nel sec. XVIII, conserva anche una Via Crucis di scuola romana e un organo del 1747 del maestro Attili di Ortezzano.
La chiesa di S. Girolamo, il santo patrono, originariamente molto piccola, venne ricostruita nella seconda metà del XVIII secolo. Ad Ortezzano è nato il latinista Giuseppe Carboni (1856 - 1929), autore del vocabolario Campanili-Carboni che ha accompagnato nel loro studi intere generazioni di studenti.