Centro di Studio sul Folklore Piceno
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CENTRO DI STUDIO
SUL FOLKLORE PICENO

PIAZZA G. GIAMPAOLI n. 5
63851 ORTEZZANO (FM)
Telefono e Fax: 0734 779181
Cellulare: +39 348 0323484
              +39 347 3506143

Sito: www.folklorepiceno.it
E-mail: folklorepiceno@virgilio.it


LA COMPAGNIA DEL
SALTARELLO ASCOLANO

VIA MONTICELLI ALTO 243
63100 ASCOLI PICENO
Telefono: 0734 342883
Sito: www.saltarello.org
E-mail: info@saltarello.org
PROPOSTA DI INSERIMENTO DEL SALTARELLO MARCHIGIANO NELLA CONVENZIONE UNESCO PER LA TUTELA DEL PATRIMONIO CULTURALE IMMATERIALE DELL'UMANITA'

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Ministero dei Beni Culturali, seguendo una linea tracciata dall'Unesco, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura ha deciso di intraprendere un'azione di protezione e di valorizzazione, oltre che del patrimonio artistico ed archeologico, anche delle tradizioni popolari del nostro paese. A tale fine è stata decisa la costituzione di un Comitato Scientifico che avrà il compito di scoprire, catalogare e valorizzare le tradizioni popolari italiane individuate come "patrimonio culturale vivente".
Da questa encomiabile iniziativa è nato un Comitato per lo Studio e la Tutela del Saltarello Marchigiano costituito da studiosi e da Associazioni Culturali sulle tradizioni popolari prevalentemente attivi nelle province di Ascoli Piceno e Fermo.

Tra essi ci sono: il Prof. Carlo Verducci, il Prof. Luigi Rossi, il musicologo Claudio Giovalè, Il Centro di Studio sul Folklore Piceno con sede in Ortezzano, Carlo Cruciani e La Compagnia del Saltarello Ascolano e il Dottor Gastone Pietrucci, etnomusicologo e leader storico del Gruppo La Macina.
L'organismo così costituito avanzerà formale richiesta al Comitato Scientifico istituito dal Ministero dei Beni Culturali affinché il Saltarello Marchigiano venga inserito nella lista dei Beni intangibili che l'Unesco dovrà dichiarare Patrimonio dell'Umanità.

Il Saltarello Marchigiano, che è un ballo popolare arcaico diffuso soprattutto tra le popolazioni rurali dell'Italia Centrale, è l'unica testimonianza "vivente"che probabilmente ci resta della antica Civiltà Picena.
Etimologicamente il Saltarello può derivare dalla "saltatio" latina: un ballo autoctono molto diffuso a Roma fin dai primi secoli (una "saltazione" armata fu istituita da Romolo al tempo del Ratto delle Sabine), tanto che il termine latino "saltare" fu ampliato fino a significare "ballare". Seppur con influenze forestiere, soprattutto etrusche, la "saltatio" nel Lazio latino, fu espressione etnica delle popolazioni agresti e propiziatoria per la terra. Le "saltationes" di stampo rurale, per tutto il Medioevo, furono considerate danze vivaci, seguite con varie combinazioni di ballerini e con elementi di elevata espressività.
Le principali fonti storiche documentali relative a tale danza sono quella del manoscritto conservato al British Museum identificato con codice 29987; è una intavolatura del 1300 e l'opera di Antonio Cornazano "Libro sull'arte del danzare" del 1465 in cui il Saltarello viene definito "Balo da villa" diffusissimo tra gli italiani.
Altresì è noto che alcuni autori utilizzarono nelle loro composizioni "classiche" forme musicali riconducibili al Saltarello. Tra essi ricordiamo: Domenico Cimarosa (1749-1801) e Felix Mendelssohn (1809 - 1847). In ambito marchigiano, fra i tanti che si ispirarono al Saltarello, ricordiamo il pesarese Gioacchino Rossini (1792 - 1868), il fanese Gaetano Brunetti (1744 - 1798), il tolentinate Giuseppe Zonghi (1820 - 1904), il maceratese Lino Liviabella (1902 - 1964), il montegiorgese Domenico Alaleona (1881 - 1928) e il petriolese Giovanni Ginobili (1892 - 1973).
Oggi si riscontrano diverse sue varietà sviluppatesi nel corso dei secoli a cavallo e lungo le valli che a pettine scendono dall'Appennino centrale verso l'Adriatico. Un fenomeno che merita di essere capito e che quindi va documentato e studiato in maniera più approfondita e sistematica. Tale ballo, che era funzionale al ciclo del lavoro agricolo, rischia oggi, in ambiente urbano e decontestualizzato, una radicale e irreversibile alterazione se non addirittura la sua completa estinzione.

Per sostenere questa proposta il Comitato per lo Studio e la Tutela del Saltarello Marchigiano avvia una serie di iniziative pubbliche capaci di creare adesioni e consenso tra la popolazione delle Marche.
Invita quindi personalità della cultura, della imprenditoria e della vita sociale e politica marchigiane a sostenere il presente documento.


IL COMITATO PER LO STUDIO E LA TUTELA
DEL
SALTARELLO MARCHIGIANO